Cartelle esattoriali: se hai una di queste, non devi più pagarle (lo dice la legge)

Non tutte le cartelle esattoriali che riceviamo sono legittime, ma per capirlo è necessario porre attenzione a determinati segnali.

Sentire suonare alla porta e scoprire che dall’altra parte c’è il postino è una situazione che genera spesso una certa preoccupazione, specialmente se, invece di consegnarci un pacco, ha tra le mani una busta. Un’ansia che sale dal momento in cui quella busta bianca – o, ancor peggio, verde – ci mostra la dicitura Agenzia delle Entrate.

Cartella esattoriale
Cartelle esattoriali: se hai una di queste, non devi più pagarle (lo dice la legge) – (credit: ANSA) – ilsitodimassacarrara.it

Tuttavia, in molti ignorano i propri diritti, nonché il fatto che l’Agenzia delle Entrate, in quanto ente, non è infallibile: può commettere errori o farci pagare più del dovuto. Per questo motivo non dobbiamo mai dare nulla per scontato e conoscere le basi del Fisco, anche solo per proteggere la propria situazione fiscale.

Ed è qui che un dubbio può sorgere, più che lecito: noi comuni mortali, nonché contribuenti medi, come facciamo a controllare – e soprattutto capire – se una cartella esattoriale è illegittima? La risposta, purtroppo, non è immediata – ma ci sono segnali chiari che possono farci accendere un campanello d’allarme prima di pagare a occhi chiusi. Partiamo con ordine e cerchiamo di capirci qualcosa, senza tecnicismi da studio notarile.

Hai ricevuto una cartella esattoriale? Non correre subito a pagarla

Non tutte le cartelle sono legittime. Alcune possono essere scadute, sbagliate, incomplete, oppure non precedute da una comunicazione obbligatoria. Altre ancora si possono contestare o ridurre. Tutto questo però, va fatto entro 60 giorni dalla ricezione.

Insegna Agenzia Entrate Riscossione
Hai ricevuto una cartella esattoriale? Non correre subito a pagarla (credit: ANSA) – ilsitodimassacarrara.it

Uno su tutti: la mancanza di un preavviso. Se la cartella arriva all’improvviso, senza che prima ci sia stato un avviso bonario o un sollecito, c’è qualcosa che non torna. In teoria, il Fisco dovrebbe sempre avvisare prima di passare alle maniere forti. In pratica, capita spesso che questo passaggio venga saltato – e in quel caso, il contribuente può far valere i propri diritti.

Altro punto importante sono i tempi. Una cartella può arrivare anche anni dopo il debito originale, ma se i termini di prescrizione sono superati, è tutto da rifare. Le regole sono chiare, ma pochi le conoscono. Eppure, conoscere anche solo i termini base – 3 anni per il bollo auto, 5 per l’IMU, 10 per l’Irpef – sono importanti, specialmente quando di mezzo ci sono spese che si possono tranquillamente evitare.

Poi c’è un ultimo punto che riguarda il contenuto della cartella: deve essere tutto nero su bianco, dalla causale precisa fino alla suddivisione tra debito, interessi e sanzioni. Se qualcosa è scritto male, è vago o incompleto, è legittimo metterlo in discussione. Anche le istruzioni su come fare ricorso devono esserci – e se mancano, si può chiedere più tempo per impugnare l’atto o correggere eventuali errori.

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