C’è un errore da evitare se si beneficia del reddito di povertà: chi non presta attenzione si vedrà costretto a restituire i soldi.
Il reddito di povertà è una misura rivolta alle famiglie che si trovano in condizione di difficoltà economica e che sono in possesso di determinati requisiti. A partire dal 25 febbraio gli interessati hanno avuto la possibilità di presentare domanda per poter ricevere il contributo e negli scorsi giorni è stata pubblicata la graduatoria dei beneficiari. Il rischio di dover restituire i soldi, tuttavia, è dietro l’angolo: ecco a cosa bisogna prestare attenzione.

Destinato alle famiglie che hanno un ISEE inferiore ai 5.000 euro (in riferimento all’anno 2023), il reddito di povertà consiste in un contributo una tantum, ottenibile tramite la presentazione di un’apposita domanda (online o presso un CAF). Si tratta di una misura regionale e per beneficiarne è fondamentale essere residenti in Sicilia da almeno 5 anni.
Le richieste, da presentare entro il 15 aprile, sono state valutate e la graduatoria definitiva è consultabile sul sito ufficiale www.irfis.it. L’Istituto, negli scorsi giorni, ha anche dato il via ai controlli a campione sulle domande dei nuclei famigliari, per accertarsi che questi ultimi siano effettivamente in possesso dei requisiti previsti.
Reddito di povertà, quando scatta la revoca
Come spiegato in precedenza, per beneficiare del reddito di povertà è necessario rispettare un requisito economico (avere un ISEE riferito al 2023 al di sotto dei 5.000 euro). A questo si aggiunge la residenza in Sicilia da almeno 5 anni. Nella graduatoria, inoltre, si tiene conto di altri fattori dando priorità a chi vive in affitto o in una situazione di particolare disagio sociale.

Chi presenta domanda per il reddito di povertà deve assicurarsi di essere in possesso dei requisiti sopracitati. I richiedenti che non si attengono alle prerogative o che – pur di mettere le mani sul contributo – si avvalgono di dichiarazioni false rischiano di vedersi costretti a rinunciare alla misura.
Qualora l’IRFIS dovesse riscontrare delle irregolarità, infatti, avvierebbe un procedimento formale. Al Comitato per la gestione del Fondo Sicilia spetta il compito di approvare la revoca del contributo. In questi casi, il beneficiario del reddito di povertà riceve un notifica tramite PEC o raccomandata.
In assenza dei requisiti previsti, dunque, scatta l’obbligo di restituzione dell’importo ricevuto, più gli interessi legali che vengono calcolati dalla data di avvio della revoca. Ecco per quale motivo a chi ha fatto richiesta per ottenere il reddito di povertà si consiglia di prestare attenzione: i dati inseriti nella domanda devono assolutamente essere corretti.